comunismo
Il combattimento per il comunismo
è il comunismo. È la possibilità (scelta e rischio, in nome
di valori non dimostrabili) che il maggior numero di esseri umani viva in una
contraddizione diversa da quella
odierna. Unico progresso, ma reale, è e sarà un luogo di contraddizione più
alto e visibile, capace di promuovere i poteri e le qualità di ogni singola
esistenza. Riconoscere e promuovere la lotta delle classi è condizione perché
ogni singola vittoria tenda ad estinguere quello scontro nella sua forma
presente e apra un altro fronte, di altra lotta, rifiutando ogni favola di
progresso lineare e senza conflitti.
Meno consapevole di sé quanto più lacerante e reale, il conflitto è tra
classi di individui dotati di diseguali gradi e facoltà di gestione della
propria vita. Oppressori e sfruttatori (in Occidente, quasi tutti;
differenziati solo dal grado di potere che ne deriviamo) con la non libertà di
altri uomini si pagano quella, ingannevole, di scegliere e regolare la propria
individuale esistenza. Il confine di tale loro “libertà” non lo vivono essi
come confine della condizione umana ma come un nero Niente divoratore. Per
rimuoverlo gli sacrificano quote sempre maggiori di libertà, cioè di vita,
altrui; e, indirettamente, della propria. Oppressi e sfruttati ( e tutti, in
qualche misura lo siamo; differenziati solo dal grado di impotenza che ne
deriviamo) vivono inguaribilità e miseria di una vita incontrollabile, dissolta
in insensatezza e non-libertà. Né questi sono meglio di quelli, finché si ingannano
con la speranza di trasformarsi in oppressori e sfruttatori. Migliori
cominciano invece ad essere da quando assumono la via della lotta per il
comunismo; che comporta durezza e odio per tutto quello che, dentro e fuori
degli individui, si oppone alla gestione sovraindividuale delle esistenze; e
flessibilità e amore per tutto quello che la promuove e fa fiorire.
Il comunismo in cammino (un altro non ne esiste) è dunque un percorso che
passa anche attraverso errori e violenze tanto più avvertite come intollerabili
quanto più chiara sia la consapevolezza di che cosa siano gli altri, di che
cosa noi si sia e di quanta parte di noi costituisca anche gli altri.
Comporterà che gli uomini siano usati come mezzi per un fine che nulla
garantisce; invece che, come oggi avviene, per un fine che non è mai la loro
vita. Ma chi sia dalla lotta costretto ad usarli come mezzi mai potrà
concedersi buona coscienza o scarico di responsabilità sulla necessità e la
storia.
Dovrà evitare l’errore di credere in un perfezionamento illimitato; ossia
di credere che l’uomo possa uscire dai propri limiti biologici e temporali. Con
le manipolazioni più diverse quell’errore ha già prodotto e può produrre dei
sotto uomini o dei sovrauomini; questi cioè e quelli. Ereditato dall’illuminismo
e dallo scientismo, depositato nella cultura faustiana della borghesia
vittoriosa, quell’errore ottimistico fu presente anche in Marx e Lenin. Oggi
trionfa nella maschera tecnocratica del capitale. Un al di là dell’uomo può
essere solo un al di là dell’uomo presente,
non quello della specie. Comunismo è rifiutare ogni specie di mutanti per
preservare la capacità di riconoscerci nei passati e nei venturi.
Il comunismo in cammino adempie l’unità tendenziale tanto di eguaglianza e
fraternità, quanto di sapere scientifico e di sapienza etico-religiosa. La
gestione individuale, di gruppo e internazionale dell’esistenza (con i nessi
insuperabili di libertà e necessità, di certezza e rischio) implica la
conoscenza dei limiti della specie umana e della sua infermità radicale (anche
nel senso leopardiano). È una specie che si definisce dalla capacità di
conoscere e dirigere se stessa e di avere pietà di sé. La identificazione con
le miriadi scomparse e con quelle non ancora nate è rivolgimento amoroso verso
i vicini e i prossimi, allegoria dei lontani.
Il comunismo è il processo materiale che vuole rendere sensibile e
intellettuale la materialità delle cose dette spirituali. Fino al punto di
saper leggere e interpretare nel libro del nostro medesimo corpo tutto quello
che gli uomini fecero e furono sotto la sovranità del tempo, le tracce del
passaggio della specie umana sopra una terra che non lascerà traccia.